Come appassionata di deserti, dei loro confini indefiniti, la sensazioni di infinito, di eterno e di grande, il volo sopra il deserto del Namib su un piccolo aeroplano da 6 posti è stato un batticuore: dal piccolo aeroporto a pochi chilometri da Swakopmund, cittadina turistica, meta prediletta dai divi di Hollywood, inizia l’avventura sopra il Namib, Patrimonio Unesco. La nostra guida, Caterina Migno, è riuscita miracolosamente a prenotare il volo con un giorno di preavviso.
L’OCEANO ATLANTICO
Il comandante arriva dal Sud Africa e dopo un breve briefing di sicurezza ci consegna i tappi per le orecchie. Il rumore delle eliche in effetti è fastidioso. Decolliamo e dall’alto si apre da una parte l’Oceano Atlantico e dall’altra il mare di sabbia del Namib.
Vedere il confine tra le dune e le onde che corre per centinaia di chilometri fa capire le grandi distanze del Continente Africano. Vedo tanti puntini neri sulla spiaggia e solo abbassandoci di quota capisco che sono migliaia di otarie che riposano sulla sabbia e che di tanto in tanto entrano in acqua a cacciare i pesci.
LE DUNE E LE SALINE
Le dune dall’alto sembrano un velluto appoggiato alla terra, con tante gobbette a cui non si riesce a dare un’altezza precisa.L’unica idea è quella della vastità e di come questa parte del Pianeta Terra sia completamente disabitata. Il vento le ha sagomate per milioni di anni, a dispetto di chi pensa che le dune si muovano facilmente, la maggior parte sono “fisse”. Le dune “barcane” sono a forma di luna crescente con due punte, rivolte entrambe in direzione del vento: soffiando sempre nella stessa direzione ha disegnato la caratteristica forma; si possono spostare al massimo di 50 metri ogni anno.
Le dune lineari, chiamate “seif”, sono state costruite dal lavoro dei venti convergenti che spingono la sabbia in lunghe dorsali che corrono parallele rispetto alla corrente che tende a prevalere: si tratta di lunghissime dune che possono raggiungere anche 32 chilometri di lunghezza.
Le dune più belle sono quelle “a stella”, sono le più alte e somigliano a montagne di sabbia: si formano nelle zone in cui i venti spirano da più direzioni, favorendo la formazione di più crinali. Non si spostano ma si alzano: possono arrivare a raggiungere i 300 metri di altezza. Guardo la piccola striscia di sabbia tra il deserto e l’oceano e mi sembra di vedere delle jeep bianche che corrono tra la parete scoscesa delle dune e le onde. Domani è prevista l’escursione via terra e mi immagino come possa essere la sensazione di vedere le dune dal basso, a livello delle onde dell’Oceano. Per il momento mi godo l’altezza: le dune, l’Oceano e una vasta area di saline dove l’acqua sembra tinta di rosa.
Info: www.ilovenamibia.it
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Qui trovate la mia intervista a Rolling Pandas in cui ho parlato di viaggi, in particolare delle bellezza del deserto.