All’ombra delle Pale di San Martino, tra panorami rasserenanti di guglie e boschi, il legno è protagonista e si fa capolavoro. Qui il rintocco delle accette sui ciocchi scandisce l’antico rito di far legna per l’inverno e fa da colonna sonora a una collezione unica di cataste d’autore, realizzate lungo le vie del paese come in un museo sotto il cielo.
Un po’ ovunque in montagna questa è la stagione in cui si odono il ruggito delle motoseghe e gli affondi delle accette: l’inverno è dietro l’angolo e occorre far scorta di ciocchi per la stufa e il camino. C’è però un angolo nascosto tra i nostri monti, nel Trentino orientale, dove non solo questo rito antico sopravvive con fierezza ma si è fatto arte, con la A maiuscola. A Mezzano di Primiero, piccolo gioiello tra I Borghi più Belli d’Italia, accoccolato ai piedi delle Pale di San Martino, le cataste di legna sono d’autore. Qui, mentre nelle legnaie si fa scorta per l’inverno, il Comune ha fatto scorta, anzi una scorpacciata, di opere d’arte. Questa stagione, quando il bosco è vestito delle tinte calde e commoventi dell’autunno, è perfetta per ammirare, magari inspirando l’odore inconfondibile delle prime stufe accese nelle case, la straordinaria e unica collezione open air di cataste artistiche –ormai ben 25- che ha trasformato l’antico borgo in un museo sotto il cielo.
Si chiama “Cataste e Canzei” (canzei in dialetto locale significa catasta, appunto) ed è l’omaggio di un paese al proprio destino da sempre legato al legno e agli altri elementi della natura montana. Da qualche anno, tra le antiche architetture rurali di Mezzano, spuntano sempre nuove installazioni ispirate al tema della catasta, protagoniste di una rassegna unica e innovativa che del borgo è diventata l’anima. Le si incontra ad ogni angolo: nei vicoli, sotto gli androni, nelle piazze, sui ballatoi, nei cortili… gigantesche installazioni d’autore che immortalano riti, mestieri, leggende, canti e tradizioni locali in un sorprendente gioco di equilibri, ciocchi e tasselli. Cataste artistiche che strappano i ciocchi al loro destino di fiamme e regalano loro voce.
La stagione del legno, dei boschi infiammati di colori, del profumo di caminetti accesi, dell’aroma di piatti che si fanno più robusti, di riposanti silenzi dopo il clamore estivo –questa stagione- è il momento migliore per una fuga al cospetto delle Pale di San Martino, alla lenta e dolce scoperta di Mezzano e del suo territorio. Ogni angolo del borgo riserva una sorpresa, perché “Cataste & Canzei” non è infatti che uno degli omaggi di questo paese-cameo alle proprie origini, oggi rintracciabili in ben cinque itinerari intitolati “Segni sparsi del rurale” e dedicati all’acqua, agli orti (se ne contano ben 400, uno ogni quattro abitanti), alle architetture, ai dipinti murali e alle antiche iscrizioni.
A dar vita al legno, anche se non in forma di catasta, ci sono poi gli scultori Zeni i cui capolavori sono in mostra nel loro atelier. Ma la vera fucina del loro talento è il laboratorio “nascosto” sotto lo showroom, dove il rumore della sega fa scandisce il lavoro di tre generazioni di appassionati, impegnati in opere di falegnameria, scultura, restauro (ma anche pittura e affreschi).
E visto che il clima ormai rinfresca, il consiglio è di regalarvi una mantella unica, di pregiata tessitura su telaio antico. Nascosto tra le case del borgo, segnalato da una grande catasta artistica a forma di navetta del telaio, l’Arteler di Lucia Trotter, che porta avanti la tradizione tessile di 8 generazioni e produce ancora sull’antico telaio di famiglia i pregiati damaschi del Primiero. Pregiatissimi i filati, unici i pezzi prodotti uno diverso dall’altro. Compresi quelli della nipote Carmen, ideatrice di una collezione moderna, scanzonata, vagamente etnica e coloratissima di capi-moda.
Tutt’attorno a Mezzano, poi, un quieto paesaggio di prati immensi dove si raccoglie l’ultimo fieno, boschi trasformati in tavolozze, alpeggi punteggiati di malghe, cime bellissime che lanciano le loro sfide ai più allenati… ovunque, un’ampia scelta di pittoreschi sentieri per tutte le gambe, da percorrere a piedi, in bicicletta e persino a cavallo. Da non dimenticare nemmeno, per un’escursione tranquilla ma scenografica, la ciclabile del Primiero: 11 chilometri nella natura, lungo il fiume, da Imer fino a Siror.
Al ritorno, poi, la golosa ricompensa di un pasto genuino, con le specialità tipiche del territorio: la polenta con la Tosela, i formaggi del Caseificio del Primiero, i salumi locali, i croccanti capusi (cavolo verza) appena colti nell’orto, la selvaggina, la carne salada con i fagioli… Da annaffiare con l’ottima e genuina birra artigianale del Primiero, la BioNoc’, prodotta proprio a Mezzano.
Per informazioni: Comune di Mezzano
tel. 0439.67019, info@mezzanoromantica.it e www.mezzanoromantica.it